Sta per entrare in stampa, per conto di Gabrielli editori di Verona,
“L'ethos diffuso degli italiani. Spunti di antropologia e di storia sociale degli italiani”, il nuovo libro di Arnaldo Nesti. A rendere importante e attuale il libro è previsto un intervento preliminare della presidente della Camera
Laura Boldrini. Il libro intende fare un viaggio nella nostra recente storia per spiegare costanti contraddizioni degli italiani.
Prendendo lo spunto da taluni connotati negativi dell’antropologia degli italiani denunciati da D’Azeglio si intende,in queste pagine, ricercarne le ragioni, rileggendo momenti della storia nazionale, al di là della retorica patriottarda. Costante passività ed estraneità del popolo alla vita dello Stato? Un’ipertrofia della dimensione privata? Nel prosieguo della ricerca storico sociale, un’attenzione forte, è dedicata alla lezione di Gobetti sul fascismo come autobiografia “negativa” degli italiani e alla denuncia del ritornante spirito “apotico”. Dopo il fascismo e nonostante i momenti forti della Resistenza, come leggere il periodo successivo delle grandi mutazioni connesso alla gestione democristiana del potere? Qual è il nesso fra continuità e rottura nella storia d’Italia?
Per capire quel periodo nevralgico del grande cambiamento, anzi della stessa mutazione antropologica, si ritiene significativo il ruolo di De Gasperi e di Dossetti negli anni cinquanta del Novecento? Come leggere, nel frattempo, le costanti contraddizioni dello scenario politico che deve fare i conti oltre che con Aldo Moro,anche con Giulio Andreotti? Come spiegare l’affermarsi del PCI, il più grande partito comunista dell’occidente, nel contesto del cattolicesimo italiano? La scomparsa delle lucciole, una figura della fine del mondo contadino, come intuisce e mette in risalto in modo suggestivo Pier Paolo Pasolini, evoca l’avvento della società dello spettacolo e dei processi di massificazione, l’affermazione del berlusconismo nella società italiana. Fino a che punto si inserisce come connotato ritornante dell’autobiografia della nostra società? Quale dunque l’ethos diffuso degli italiani?
Nell’ultima parte del Novecento, ben al di là del processo di secolarizzazione, il Concilio Vaticano II ha rappresentato un momento forte per il mondo cattolico e per la società: a cinquant’anni di distanza, come leggere l’intreccio che si è andato delineando fra chiesa cattolica e società italiana? Quale il ruolo della curia vaticana così presente nei giochi della politica, delle banche e della finanza? Che ne è dunque di questa Italia in un tempo di radicali mutazioni e di globalizzazione? Come uscire dal tunnel della crisi oltre che economica anche politica e morale, dalla “notte” di questi ultimi anni? Che è di una situazione in cui si inseriscono, a sorpresa, le dimissioni di Benedetto XVI e la comparsa di Papa Francesco?